Dall’occidente con furore: non solo da est arrivano i rischi per le imprese europee e italiane
25.07.2022
Dall’occidente con furore: non solo da est arrivano i rischi per le imprese europee e italiane
L’attenzione mediatica dovuta al conflitto in corso nell’est dell’Europa ha fatto sì che molte, se non tutte, le preoccupazioni dell’industria italiana ed europea si concentrassero verso Oriente.
Ma in un’economia interconnessa nulla è slegato e i rischi per il fatturato o per insoluti possono arrivare anche da Occidente. Le imprese si trovano ora a fronteggiare i timori conseguenti al recente aumento dell’inflazione a livello globale, influenzata in gran parte da una certa instabilità politica, che ha portato con sé un forte aumento dei prezzi dell'energia.
L'impatto di tutto ciò e la conseguente necessità di adottare misure per proteggere la redditività e la sostenibilità stanno creando scompiglio tra le aziende di Canada, Messico e Stati Uniti.
Non a caso le imprese in questi Paesi, come emerso dall’ultima indagine di Atradius [1], hanno aumentato i controlli sul merito creditizio dei clienti per individuare in anticipo eventuali segnali di una possibile inadempienza nei pagamenti. La scelta di non affidare i propri crediti a professionisti terzi in grado di gestirli nel migliore dei modi potrebbe, già sul breve e medio termine, causare errori di valutazione che potrebbero generare una catena di insoluti che finirebbe per mettere inevitabilmente a rischio tutti i fornitori.
Ma cosa preoccupa le principali economie d’oltreoceano? [2] Prendendo in prima analisi gli Stati Uniti, circa un terzo delle aziende ha visto nel primo semestre dell’anno un effettivo peggioramento del DSO. Una situazione che ha portato molte aziende a cercare finanziamenti esterni per attenuare i problemi di liquidità causati dai ritardi nei pagamenti e a optare per termini di pagamento più rigidi nei confronti dei clienti B2B.
Per contrastare ulteriormente il fenomeno e scoraggiare gli insoluti, molti operatori stanno offrendo sconti sul pagamento anticipato delle fatture, oltre ad accantonare fondi da destinare alla copertura delle perdite relative ai crediti inesatti, anche a rischio di compromettere la crescita. Oltretutto, come anticipato, la maggior parte di loro sta effettuando controlli più frequenti sulla solvibilità dei clienti, alcuni avvalendosi di assicurazioni sul credito e mostrando soddisfazione a riguardo. Quello che ne esce è una visione perlopiù positiva sul lungo termine.
Tuttavia non possono mancare preoccupazioni sul breve termine. Un potenziale ulteriore deterioramento del DSO metterebbe in difficoltà molte aziende negli USA, che rischierebbero di non tenere il passo con la domanda e allo stesso tempo non riuscirebbero a mantenere un adeguato flusso di cassa.
Spostando lo sguardo verso nord, la situazione in Canada [3] non è molto dissimile da quella degli Stati Uniti. Anche in Canada, infatti, ci si attende un peggioramento del DSO, sebbene per ora si mostri stabile, legato in parte ai giustificati timori sulla capacità di far fronte alla domanda aggiuntiva.
Nell’ultimo periodo molte aziende stanno adottando politiche più stringenti sui crediti. La cosa ha fatto sì che il livello di crediti inesigibili sia rimasto stabile, portando però a conseguenze meno felici. Taluni ritardi nei pagamenti sono dipesi da clienti che hanno procrastinato il saldo delle fatture al fine di preservare liquidità nel breve periodo. Generando però, di fatto, una catena di insoluti. Proprio per questo le aziende hanno finito per adottare misure simili a quelle messe in atto dalle omologhe statunitensi, eseguendo controlli sul merito creditizio (con un ausilio maggiore rispetto agli USA di assicurazioni sul credito), effettuando sconti a chi salda in anticipo le fatture e concentrando gli sforzi verso il mantenimento dei crediti in salute.
Più seria rispetto a Usa e Canada si presenta invece la situazione del Messico [4]. Se infatti da una parte, anche nel terzo stato dell’USMCA, le aziende mostrano una generale fiducia sul lungo temine, attendendo una significativa espansione del commercio a credito nel mercato B2B, dall’altra parte si teme il deterioramento del DSO.
A rendere allarmante la situazione messicana è in particolare l’aumento del 10% dei mancati pagamenti e dei crediti considerati inesigibili (soprattutto nel settore chimico, primario nel Paese). Tutto ciò ha portato ad un aumento non indifferente dei processi di controllo sui crediti, in aggiunta ad una serie di misure supplementari, al fine di prevenire gravi carenze di liquidità e l’aumento degli insoluti. In tale situazione la protezione contro le perdite inattese è diventata una questione di primaria importanza, motivo per cui le aziende messicane manifestano una maggiore percezione dell'importanza di una buona gestione strategica dei crediti e dei vantaggi di un’adeguata copertura assicurativa. Come si può notare, seppur con le debite differenze, la situazione della zona USMCA si mostra piuttosto omogenea.
Le industrie di questi Paesi, guidate da una certa fiducia nel futuro, affrontano le problematiche a breve termine cercando di gestire in modo strategico i crediti in un momento di criticità per i DSO. Tutto questo però influisce e influirà ancora per un certo periodo sulla liquidità e sugli investimenti, il che potrebbe portare, come già è successo in passato, ad un certo protezionismo dell’economia, a tutto svantaggio delle importazioni e con ovvie ripercussioni sui fornitori esteri. Quello di Usa, Messico e Canada resta comunque un mercato che, come mostra anche il report di Atradius, è destinato a crescere a lungo termine, oltre ad essere storicamente terreno fertile per le importazioni europee, italiane soprattutto. Motivo per cui investire in quei Paesi rimane, ad oggi, un’ottima prospettiva.
Per farlo nel migliore dei modi, in considerazione anche dell’attuale delicato contesto geopolitico ed economico, è necessario affidarsi al giusto partner nella gestione dei crediti. Le tensioni ad est, l’aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia, aggiunti al quadro fin qui disegnato riguardo la zona USMCA, richiedono di ponderare le proprie scelte così da evitare eventuali (e spiacevoli) insoluti, che renderebbero inutili gli sforzi fatti, mettendo a rischio eventuali future opportunitá.
L’attenzione mediatica dovuta al conflitto in corso nell’est dell’Europa ha fatto sì che molte, se non tutte, le preoccupazioni dell’industria italiana ed europea si concentrassero verso Oriente.
Ma in un’economia interconnessa nulla è slegato e i rischi per il fatturato o per insoluti possono arrivare anche da Occidente. Le imprese si trovano ora a fronteggiare i timori conseguenti al recente aumento dell’inflazione a livello globale, influenzata in gran parte da una certa instabilità politica, che ha portato con sé un forte aumento dei prezzi dell'energia.
L'impatto di tutto ciò e la conseguente necessità di adottare misure per proteggere la redditività e la sostenibilità stanno creando scompiglio tra le aziende di Canada, Messico e Stati Uniti.
Non a caso le imprese in questi Paesi, come emerso dall’ultima indagine di Atradius [1], hanno aumentato i controlli sul merito creditizio dei clienti per individuare in anticipo eventuali segnali di una possibile inadempienza nei pagamenti. La scelta di non affidare i propri crediti a professionisti terzi in grado di gestirli nel migliore dei modi potrebbe, già sul breve e medio termine, causare errori di valutazione che potrebbero generare una catena di insoluti che finirebbe per mettere inevitabilmente a rischio tutti i fornitori.
Ma cosa preoccupa le principali economie d’oltreoceano? [2] Prendendo in prima analisi gli Stati Uniti, circa un terzo delle aziende ha visto nel primo semestre dell’anno un effettivo peggioramento del DSO. Una situazione che ha portato molte aziende a cercare finanziamenti esterni per attenuare i problemi di liquidità causati dai ritardi nei pagamenti e a optare per termini di pagamento più rigidi nei confronti dei clienti B2B.
Per contrastare ulteriormente il fenomeno e scoraggiare gli insoluti, molti operatori stanno offrendo sconti sul pagamento anticipato delle fatture, oltre ad accantonare fondi da destinare alla copertura delle perdite relative ai crediti inesatti, anche a rischio di compromettere la crescita. Oltretutto, come anticipato, la maggior parte di loro sta effettuando controlli più frequenti sulla solvibilità dei clienti, alcuni avvalendosi di assicurazioni sul credito e mostrando soddisfazione a riguardo. Quello che ne esce è una visione perlopiù positiva sul lungo termine.
Tuttavia non possono mancare preoccupazioni sul breve termine. Un potenziale ulteriore deterioramento del DSO metterebbe in difficoltà molte aziende negli USA, che rischierebbero di non tenere il passo con la domanda e allo stesso tempo non riuscirebbero a mantenere un adeguato flusso di cassa.
Spostando lo sguardo verso nord, la situazione in Canada [3] non è molto dissimile da quella degli Stati Uniti. Anche in Canada, infatti, ci si attende un peggioramento del DSO, sebbene per ora si mostri stabile, legato in parte ai giustificati timori sulla capacità di far fronte alla domanda aggiuntiva.
Nell’ultimo periodo molte aziende stanno adottando politiche più stringenti sui crediti. La cosa ha fatto sì che il livello di crediti inesigibili sia rimasto stabile, portando però a conseguenze meno felici. Taluni ritardi nei pagamenti sono dipesi da clienti che hanno procrastinato il saldo delle fatture al fine di preservare liquidità nel breve periodo. Generando però, di fatto, una catena di insoluti. Proprio per questo le aziende hanno finito per adottare misure simili a quelle messe in atto dalle omologhe statunitensi, eseguendo controlli sul merito creditizio (con un ausilio maggiore rispetto agli USA di assicurazioni sul credito), effettuando sconti a chi salda in anticipo le fatture e concentrando gli sforzi verso il mantenimento dei crediti in salute.
Più seria rispetto a Usa e Canada si presenta invece la situazione del Messico [4]. Se infatti da una parte, anche nel terzo stato dell’USMCA, le aziende mostrano una generale fiducia sul lungo temine, attendendo una significativa espansione del commercio a credito nel mercato B2B, dall’altra parte si teme il deterioramento del DSO.
A rendere allarmante la situazione messicana è in particolare l’aumento del 10% dei mancati pagamenti e dei crediti considerati inesigibili (soprattutto nel settore chimico, primario nel Paese). Tutto ciò ha portato ad un aumento non indifferente dei processi di controllo sui crediti, in aggiunta ad una serie di misure supplementari, al fine di prevenire gravi carenze di liquidità e l’aumento degli insoluti. In tale situazione la protezione contro le perdite inattese è diventata una questione di primaria importanza, motivo per cui le aziende messicane manifestano una maggiore percezione dell'importanza di una buona gestione strategica dei crediti e dei vantaggi di un’adeguata copertura assicurativa. Come si può notare, seppur con le debite differenze, la situazione della zona USMCA si mostra piuttosto omogenea.
Le industrie di questi Paesi, guidate da una certa fiducia nel futuro, affrontano le problematiche a breve termine cercando di gestire in modo strategico i crediti in un momento di criticità per i DSO. Tutto questo però influisce e influirà ancora per un certo periodo sulla liquidità e sugli investimenti, il che potrebbe portare, come già è successo in passato, ad un certo protezionismo dell’economia, a tutto svantaggio delle importazioni e con ovvie ripercussioni sui fornitori esteri. Quello di Usa, Messico e Canada resta comunque un mercato che, come mostra anche il report di Atradius, è destinato a crescere a lungo termine, oltre ad essere storicamente terreno fertile per le importazioni europee, italiane soprattutto. Motivo per cui investire in quei Paesi rimane, ad oggi, un’ottima prospettiva.
Per farlo nel migliore dei modi, in considerazione anche dell’attuale delicato contesto geopolitico ed economico, è necessario affidarsi al giusto partner nella gestione dei crediti. Le tensioni ad est, l’aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia, aggiunti al quadro fin qui disegnato riguardo la zona USMCA, richiedono di ponderare le proprie scelte così da evitare eventuali (e spiacevoli) insoluti, che renderebbero inutili gli sforzi fatti, mettendo a rischio eventuali future opportunitá.